Aiutiamo gli ultimi ed i dimenticati


Finora il Covid ha picchiato duro soprattutto nei Paesi più “ricchi” e “privilegiati” della Terra. Malgrado la potenza della nostra Sanità, Ricerca, Produzione e gli sterminati capitali, il coronavirus e’ stato (ed è) per UE, USA, Cina, Russia uno shock immane ed una tragedia sanitaria, economica e sociale.

Poi c’è la maggioranza dell’Umanità, quella degli ultimi e dei dimenticati. Vivono in Africa, SudAmerica, Asia e nei Paesi più poveri. Per loro c’è solo l’attesa, inerme, angosciosa ed indifesa dell’arrivo devastante della pandemia. Non hanno niente per difendersi, prevenire, curare.

Forse mai come in questi drammatici momenti ci rendiamo conto che viviamo tutti su una stessa navicella. E la salvezza o è di tutti o non è.

Per questo mi rodevo nel lockdown casalingo, struggendomi nella ricerca di un modo per aiutare i nostri “ultimi e dimenticati“ fratelli in Zimbabwe. Appena è uscito il bando della Conferenza Episcopale Italiana intitolato “Emergenza Covid 19 in Africa e Paesi poveri”, ho intuito che quella era l’occasione imperdibile per poter fare qualcosa di veramente significativo per aiutare i quattro ospedali missionari cattolici nella regione di Chinoyi.

Specificavano che, per ragioni di urgenza, avrebbero accettato proposte solo da organizzazioni che avevano già finanziato negli anni precedenti. Quindi le probabilità erano minime o nulle. Nonostante questo, ci abbiamo testardamente e cocciutamente creduto. Abbiamo identificato aziende italiane che potevano fornire dispostivi, strumentazioni e kit diagnostici a buoni prezzi ed in tempi ridotti. Nei limiti del budget previsto abbiamo preparato una proposta completa ed articolata per la prevenzione, la diagnosi e la cura. Abbiamo richiesto, ed ottenuto, delle lettere di supporto e approvazione da parte del Vescovo di Chinoyi e del Direttore Sanitario della regione dello Zimbabwe. Ci siamo impegnati a scrivere i 4 progetti nella maniera più convincente, credibile e accorata possibile. Abbiamo spedito domanda e documentazione nei tempi prescritti.

Ed il miracolo è successo. Siamo stati prescelti tra le organizzazioni a cui concedere il finanziamento. La C.E.I. ha creduto in noi e nella nostra affidabilità, capacità e concretezza. Potremo fare una operazione veramente importante inviando (già a giugno-luglio) agli ospedali di St. Albert, MaryMount, Chitsungo e St. Rupert: 5.000 mascherine, 350 mascherine FFP3, 36.000 guanti, 160 occhiali, 3.000 camici, 600 gel, 26 schermi visivi, 14 pulsossimetri, 8 concentratori d'ossigeno, 12 termometri ad infrarossi, 160 mascherine con pallone per ossigenoterapia, 6 VENTILATORI POLMONARI e 2.250 tests sierologici.
E' un progetto che veramente può cambiare e salvare il futuro di una intera regione dello Zimbabwe !

Metteremo tutta la nostra dedizione, entusiasmo e determinazione per attuare questi 4 progetti in modo completo, efficiente e nel più breve tempo possibile.
I nostri fratelli “ultimi e dimenticati” meritano tutto questo.

Commenti

  1. Sembra un sogno ,ma invece è un incredibile verità .Siamo emozionati e felici di poter aiutare questa popolazioni così povera e colpita anche da questo maledetto virus .
    Un grazie a questa manzitudine e alla tenacia
    del nostro presidente.
    Per quello che possiamo noi ci siamo per dare una mano,per questo meraviglioso progetto.
    Un abbraccio Ughetta e Giuliano

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