stORNELLI da ORNELLA

E così ieri 22 giugno 2018  abbiamo vissuto un altro bel momento di gioia, con grandi profitti per la Manzo ProdActionAid.  Un bellissimo momento conviviale per i cari Manzonauti e Manzofriends, e prossimamente qualche magic moment vi verrà regalato con un video rappresentativo!

Location da favola http://www.poderecasacce.it/, ospitalità strepitosamente indimenticabile, tanta allegria, e canti a squarciagola, come da copione....
a proposito di copione, copio volentieri qui i testi che abbiamo cantato 

Un grande abbraccio e ancora un enorme grazie a TUTTI, ad Antonio che ci ha accompagnato con la sua chitarra, ad Ornella e Simone che ci hanno supportato in questa meravigliosa serata e ... non ultimo... a Babe...😍

vostra affezionatissima
ladybug



INDICE

  1. Il cappello di paglia di Firenze
  2. La biritullera
  3. L’amore è come l’ellera
  4. Maremma amara
  5. Il trescone
  6. Madonne fiorentine
  7. La mosca del moscaio
  8. La strada dell’amore
  9. Amor dammi quel fazzoletto
  10. Teresina
  11. L’alluvione
  12. Fiorin fiorello
  13. La porti un bacione a Firenze
  14. La lallera
  15. Il valzer della povera gente
  16. Il baco Gigi
  17. Tanto pe’ canta’
  18. La pansé




  • 1 Il cappello di paglia di Firenze

    1. Calendimaggio
      impazza per le strade.
      Firenze ride
      per le contrade
      e le Cascine sembrano un affresco
      carnascialesco
      di un’altra etá.

      Che sfoggio di eleganze
      che dolci trasparenze
      per dare il benvenuto al sol.
      E in queste circostanze
      la paglia di Firenze
      è proprio quello
      che ci vuol.

      Sul cappello di paglia di Firenze
      possiamo farvi tante confidenze.
      E si dice che Beatrice
      lo portasse nell’istante
      che ha incontrato padre Dante.
      Ed i suoi versi son le conseguenze
      di quella certa paglia di Firenze.

      Col cappello di paglia di Firenze
      oh quante o quante mai reminiscenze.
      Lo portava anche Fiammetta
      quando andava in tutta fretta
      all’abbraccio di Boccaccio
      che dava inizio a storiche licenze
      togliendole la paglia di Firenze.

      E l’Arno passa sotto i sette ponti
      nei dolci incanti dei suoi tramonti.
      E in via dei Calzaioli verso sera
      che primavera di gioventu.
      Che gara di eleganze,
      saluti e riverenze.
      La luna ha dato il cambio al sol,
      e in queste circostanze la paglia di Firenze
      è proprio quello che ci vuol

      Sul cappello di paglia di Firenze
      possiamo farvi tante confidenze.
      Lo portava monna Oretta
      quando Giotto in tutta fretta
      disegnò la “O” perfetta
      per misurarle le circonferenze
      all’ombra di una paglia di Firenze.

      Il cappello di paglia di Firenze
      per Galilei fu fonte di esperienze.
      Lo portava una ragazza
      su una piazza, non so dove,
      e lui disse “Eppur si muove”.
      Il che dimostra in fondo che le scienze
      s’ispirano alla paglia di Firenze.

      Il cappello di paglia di Firenze
      è proprio adatto per tutte le evenienze.
      Per parlarsi, per amarsi,
      per baciarsi impunemente
      sotto il naso della gente.
      Perciò la serie delle confidenze
      finisce col bacione di Firenze.


      2  La Biritullera

      Vien qua mio caro amore
      Biritùllera bella;
      consola questo cuore,
      io vo’ parlar con te.
      Si, con te mia bella
      Biri, biri, Biritùllera,
      tùllera, tùllera,
      lallera lera;
      si con te mia bella
      Biri, biri, Biritùllera,
      tùllera, tùllera,
      lallera là.

      Mi han detto che tu canti,
      con grazia gli stornelli;
      su, dunque, fatti avanti
      vieni a cantar con me.
      Si, con te mia bella
      Biri, biri, Biritùllera,
      tùllera, tùllera,
      lallera lera;
      si con te mia bella
      Biri, biri, Biritùllera,
      tùllera, tùllera,
      lallera là.

      Mi han detto c’hai desio
      di ridere e scherzare;
      ebbene, idolo mio
      io scherzerò con te.
      Si, con te mia bella
      Biri, biri, Biritùllera,
      tùllera, tùllera,
      lallera lera;
      si con te mia bella
      Biri, biri, Biritùllera,
      tùllera, tùllera,
      lallera là.
      3  L’amore è come l’ellera

      Vieni mio bel morino, si gioca a carte
      E s’ha da fare a’ giochi che so io
      Le picche e’ fiori mettigli da parte
      E se ti manca un core io ti do i’ mio

      L'amore è come l'ellera
      dove s'attacca, more
      così, così il mio cuore
      mi s'è attaccato a te.

      E lo mio amore si chiama Lorenzo
      La sua andatura la mi piace tanto
      La sua andatura la mi piace tanto
      Cammina piano e arriva sempre a tempo

      L'amore è come l'ellera
      dove s'attacca, more
      così, così il mio cuore
      mi s'è attaccato a te.

      C’era ‘na volta, c’era’na volta uno
      Stava a sedere e si levava un pruno
      Da i’ gusto che ci aveva
      Se lo levava e se lo rimetteva

      L'amore è come l'ellera
      dove s'attacca more
      così, così il mio cuore
      mi s'è attaccato a te.

      So’ nata pe’ bacini e voglio quelli
      Come e’ giovanottini all’amor fanno
      Li voglio sulla bocca e sui capelli
      Poi chiudo gli occhi e dove vanno, vanno!

      L'amore è come l'ellera
      dove s'attacca more
      così, così il mio cuore
      mi s'è attaccato a te.

      Ciavevo un uccellino senza le penne
      Ch’aveva i’ vizio di bacia’ le donne
      Gli aveva i’ vizio di bacia’ le donne
      La prima ‘he baciò, la gli si svenne.

      L'amore è come l'ellera
      dove s'attacca more
      così, così il mio cuore
      mi s'è attaccato a te.



      4 MAREMMA AMARA

      Tutti mi dicon Maremma, Maremma
      e a me mi pare una Maremma amara
      l'uccello che ci va perde la penna
      io ci ho perduto una persona cara

      Sia maledetta Maremma Maremma
      sia maledetta Maremma e chi l'ama
      sempre mi trema il cor quando ci vai
      perché ho paura che non torni mai.

      Sia maledetta Maremma Maremma
      sia maledetta la Maremma amara.

      5  Il trescone

      Svegliatevi dal sonno o’ briaconi
      Che giunta l’è per noi la gran
      cuccagna
      S’ha da mangiar de’ polli e de’
      piccioni
      E ber del vin che vien dalla
      campagna
      E la Menica con il cembalo,
      la frullana la suonerà (2volte)
      Addio Carola – Carola addio
      Sarà de nostri anche Beppin del
      noce
      E detto gli ho che porti l’organino
      N’ha compro giusto uno a sette voce
      Lo fa cantar che sembra un cardellino
      Gli è un tremoto gli è un accidente
      tutti i versi li sa far (2volte)
      Addio Carola – Carola addio
      Avevo anche invitato il sor dottore
      Perché anche lui venisse al
      ritrovato
      Ma ha mandato a dir pel servitore
      Che gli è nel letto tutto ammalazzato
      Gli’ è in cucina co’ la su serva
      ad aiutarla a risciaquar (2volte)
      Addio Carola – Carola addio
      S’ha da invitare pure il sor Priore
      perchè intervenga al nostro ritrovato
      ma ci ha mandato a dir dal servitore
      che stà nel letto tutto ammalazzato.
      Rit. L’è in cucina con la su serva
      che l’aiuta a risciaquà,
      l’è in cucina con la su serva
      che l’aiuta a risciaquà,
      Addio Carola – Carola addio


      6  Madonne fiorentine
      e’primavera…svegliatevi bambine….
      alle cascine, messer aprile 
      fa’ il rubacuor…
      e a tarda sera,
      madonne fiorentine,
      quante forcine si troveranno 
      sui prati in fior…
      fiorin di noce…
      c’e’poca luce,
      ma tanta pace…
      fiorin di noce…
      c’e’ poca luce!
      fiorin di brace,
      madonna bice non nega baci…
      baciar le piace,che male c’e’?
      e’ primavera…
      svegliatevi bambine…
      alle cascine,messere aprile 
      fa il rubacuor….
      e’ primavera…
      che festa di colori!
      madonne e fiori tentaste il genio
      di un gran pittor!
      e allora, a sera,
      fiorivano gli amori,
      gli stessi amori
      che adesso intrecciano i nostri cuor!
      fiorin dipinto…
      s’amava tanto nel quattrocento…
      fiorin dipinto….
      s’amava tanto!
      fiorin d’argento,
      madonna amante le labbra tinte
      persin dal vento si fa baciar!
      e’ primavera…
      che festa di colori!
      madonne e fiori…
      trionfo eterno di gioventu’!!!
      e’primavera…
      che festa di colori!
      madonne e fiori tentaste il genio 
      d’un gran pittor!
      e allora, a sera,
      fiorivano gli amori,
      gli stessi amori che adesso intrecciano
      i nostri cuor!
      fiorin dipinto..
      s’amava tanto nel quattrocento
      fiorin dipinto…s’amava tanto!
      fiorin d’argento,
      madonna amante, le labbra tinte
      persin dal vento si fa baciar!
      e’primavera…che festa di colori!
      madonne e fiori…
      trionfo eterno di gioventu’.!!!

      7  La mosca dal moscaio
      Sorte fuori la mosca dal moscaio
      per agguantar la mora dal moraio,
      fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il ragno dal ragnaio
      per agguantar la mosca dal moscaio,
      fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il grillo dal grillalo
      per agguantare il ragno dal ragnaio,
      fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il topo dal topaio
      per agguantare il grillo dal grillaio,
      fra topo, fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il gatto dal gattaio
      per agguantare il topo dal topaio,
      fra gatto, fra topo, fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il cane dal canaio
      per agguantare il gatto dal gattaio,
      fra cane, fra gatto, fra topo, fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il lupo dal lupaio
      per agguantare il cane dal canaio,
      fra lupo, fra cane, fra gatto, fra topo, fra grillo, fra ragno,
      fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori la tigre dal tigraio
      per agguantare il lupo dal lupaio,
      fra tigre, fra lupo, fra cane, fra gatto, fra topo, fra grillo,
      fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori il leone dal leonaio
      per agguantar la tigre dal tigraio,
      fra leone, fra tigre, fra lupo, fra cane, fra gatto, fra topo,
      fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      Sorte fuori l’elefante dal leofantaio
      per agguantare il leone dal leonaio,
      fra elefante, fra leone, fra tigre, fra lupo, fra cane,
      fra gatto, fra topo, fra grillo, fra ragno, fra mosca e mora
      m’innamorai di quella traditora.

      8  La strada dell’amore

      La strada dell’amore va in salita, alle ragazze la palma dorata, 
      alle ragazze la palma dorata, ai giovanotti la galera a vita.

      La mamma un vole, un vole, un vole che io faccia l’amor con te, 
      ma vieni, amore, quando la mamma un c’è.

      La mamma un vole ...

      A me mi piaccion gli uomini moretti, perché moretto è l’amore mio, 
      moretto lui, biondina sono io: che bella coppia che ha creato Iddio.

      La mamma un vole ...

      A me mi piace il fischio del vapore, perché il mio amore gli era macchinista, 
      perché il mio amore gli era macchinista: mi buggerava e non me n’ero avvista.

      La mamma un vole ...

      Ho seminato un campo di carciofi, giovanottino mi son bell’ e nati, 
      giovanottino mi son già cresciuti, carciofi come te non son venuti.

      La mamma un vole ...

      Ho seminato un campo d’accidenti; se la stagione me li tira avanti, 
      se la stagione me li tira avanti, ce n’è per te e per tutti i tu’ parenti.

      La mamma un vole ...

      Son fatta per i baci e voglio quelli, come gl’innamorati se li danno 
      li voglio sulla bocca e su’ capelli, poi chiudo gli occhi, e dove vanno vanno.

      La mamma un vole ...

      9  Amor dammi quel fazzolettino

      Amor dammi quel fazzolettino,
      vado alla fonte, lo voglio lavar.
      Te Io lavo alla pietra di marmo
      ogni battuta è un sospiro d’amor.
      Te lo lavo con acqua e sapone,
      ogni macchietta un bacino d’amor.
      Te lo stendo su un ramo di rose,
      il vento d’amore lo viene a asciugar.
      Te lo stiro col ferro a vapore,
      ogni pieghina è un bacino d’amor
      Te lo porto di Sabato sera,
      di nascosto di mamma e papà.
      C’è chi dice l’amor non è bello
      certo quello l’amor non sa far.

      10  Teresina (Riccardo Marasco)

      Te la portai ai barre
      a prendere un sorbetto
      la ci scaracchio' dentro
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      si ando' a un ricevimento
      fra decolte' e brillanti
      la si scaccolo' co' guanti
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'ando dalla ruggini a prendere una pasta
      la se la mise in tasca 
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      te la portai da'i 'vivoli
      a prendere un gelato
      la mi disse l'e' marmato
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      volea gioca' a biliardo
      s'ando' a'i' gambrinus halle
      la mi tocco' le palle
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'andiede alla prima
      d'i' maggio musicale
      e la fece per le scale
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      la venne a'i' ristorante
      coll'unghie nere in vetta
      la le puli' con la forchetta
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'andiede all'harris barre
      fra inglesi e americani
      la mangio' con le mani
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      la vide all'antiquaria un tavolo tarlato
      la disse :per me l'e' usato!
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      e la volea un bitterre
      s'andiede a'i'bottegone
      la mollo' tre curreggione
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      te la portai a teatro
      a vedere stenterello
      la mi stuzzico' il pisello
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      (andiamo da qualche altra parte)

      s'ando' a montecitorio
      nel di' dell' assemblea
      li viense la diarrea
      la li fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      (gli usceri con il secchio si vole l'indennita' merda!)

      (allora si torno' a firenze)

      e la volea una borsa 
      te la portai da'i' gucci
      la mi fece :che prezzucci!
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'andiede da giacosa
      un bar di quelli fini
      la chiese : du' quartini!
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'andiede a un di' nel party
      starnuti' nella zuppiera
      la ci perse la dentiera
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'andiede da'i' dentista
      ma ll'era tanto brutto
      te lo spettino' co' un rutto
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      s'andiede in un negozio
      con la moquette pe' terra
      la l'avea pesta' una merda
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù

      te la portai ai' barre
      in piazza della passera
      la'ncomincio' a grattassela
      la mi fece scompari'

      Teresina un ti ci porto più
      un ti ci porto più, un ti ci porto più
      Teresina un ti ci porto più
      quanto è ver che c’è Gesù


      11  L’alluvione (Riccardo Marasco)

      Marito: "O Rosa, ma che l'ha chiuso l'acquaio ieri sera? E sento un gran pisciolio d'acqua!"

      Moglie: "A Gesilao, vien via, e tu lo sai è la solita storia: l'e' la sora Algisa di' ppian di sopra, il su' marito l'è anna'o ni'bbagno e lei la fa pisciare il figliolo dalla finestra. Su' mi fiori, a Gesilaaao!

      Va a dinni qualche cosa te sennò qui l'e' buriana!"

      Marito: Vabbe' Rosa... e andro'a vedere, ma... o dio Rooosa... icch'e' successo... uuuh quanta roba gialla 'he passa! Ommammina, il sor Checchetti sull'armadio... o' ndo'e torna di casa... ooh ooh oh rooosa... (se lo porta via l'acqua)

      Nuoti sommerso in un mare di cacca
      non sai se d'uomo oppure di vacca
      non sai capire i'cche t'è successo
      ti pare troppa per esser di un cesso.

      E mentre cerchi di restare a galla
      l'arno trabocca laggiù dalla falla
      corre veloce per via Tornabuoni
      al Davide lava fremente i coglioni.

      Sei trascinato per via Calzaioli
      e pensi che ieri dicevi a'figlioli
      "sarà ma domani, maremma puttana, 
      l'è pioggia c'ho un callo che segna buriana".

      Tutt'ad un tratto sei nel Battistero
      ti par di sognare ma invece l'è vero
      quel mondo dorato di santi e gesù
      lo tocchi con mano l'è sceso quaggiù.

      Ma sei vomitato e gettato in via Roma
      ridi tu ridi pensando "alla chioma
      che porgerle schiava dovea la Vittoria" (quotation)
      ma poi come Pisa lo prese in Meloria.

      E via bordeggiando per queste stradine
      in quattro e quattr'otto sei già alle Cascine
      là dove c'erano tanti finocchi
      adesso ci cantano quattro ranocchi.

      "Fermati palle via fermati adesso
      lascia che l'acqua ti scorra un po' addosso" (quotation)
      attaccati al palo su non fare il pazzo
      se non tu c'hai il palo attaccati ai lilli.

      Ma la corrente la ti porta via fin su la Piazza
      della Signoria là dove Cosimo
      monta a cavallo "ai chhe tu ttattacchi..."
      ai lilli di' lallo.

      Tutte le statue che son sui' piazzale
      berciano in coro "ma questo è triviale!"
      lo dice Ercole e sotto c'ha Caco
      che pe' quell'acqua oramai l'è briaco.

      Grida Oloferne con la su' Giuditta
      e la Medusa che l'è la piu' dritta
      perché Perseo co'na sciabolata
      sul pelo dell'acqua la testa gli ha arzata!

      Mortificato per questa gran lagna
      cerchi rifugio alla Loggia di Orcagna
      dove il Romano fa becco il Sabino
      li soffia la moglie e lo lascia lì chino.

      Anche il Marzocco un sa piu' cosa fare
      perché i leoni non sanno nuotare
      senza costume sta lì tutto nudo
      "speriamo che l'acqua 'un mi freghi lo scudo!"

      Non hai piu' salvezza, non hai piu' speranza,
      ovunque c'è cacca in frenetica danza
      e trascinato dall'onda veloce
      giungi stremato in Santa Croce.

      Dante di marmo, poeta divino,
      mira sdegnato l'immane casino
      "o fiorentini m'avete esiliato...
      prendete la merda che dio v'ha mandato!”


      12  Fiorin fiorello

      Oggi tutto il cielo è in festa,
      più ridente brilla il sole
      e non so perché vedo intorno a me
      tutte rose e viole.

      Il mio cuore è innamorato,
      non lo posso più frenare,
      io non so cos'è,
      c'è qualcosa in me che mi fa cantare:

      Fiorin, Fiorello,
      l'amore è bello vicino a te,
      mi fa sognare, mi fa tremare,
      chissà perché.

      Fior di margherita,
      cos'è mai la vita
      se non c'è l'amore
      che il nostro cuore fa palpitar.

      Fior di verbena,
      se qualche pena l'amor ci dà,
      fa come il vento
      che in un momento poi passa e va.

      Ma quando tu sei con me,
      io son felice perché
      Fiorin, Fiorello,
      l'amore è bello vicino a te.

      Cosa importa se in amore,
      la canzone è sempre quella,
      la canta il papà, la canta mammá
      nell'età piu bella.

      Oggi so che mi vuoi bene,
      tu lo sai che t'amo tanto,
      poi doman si sa tutto finirà
      ma però ci canto:

      Fiorin, Fiorello,
      l'amore è bello vicino a te,
      mi fa sognare, mi fa tremare,
      chissà perché.

      Fior di margherita,
      cos'è mai la vita
      se non c'è l'amore
      che il nostro cuore fa palpitar.

      Fior di verbena,
      se qualche pena l'amor ci dà,
      fa come il vento
      che in un momento poi passa e va.

      Ma quando tu sei con me,
      io son felice perché
      Fiorin, Fiorello,
      l'amore è bello vicino a te.

      Fior di verbena,
      se qualche pena l'amor ci dà,
      fa come il vento
      che in un momento poi passa e va.

      Ma quando tu sei con me,
      io son felice perché 
      Fiorin, Fiorello,
      l'amore è bello vicino a te.






      13  La porti un bacione a 
      Firenze

      Partivo una mattina co'un vapore
      e una bella bambina gli arrivò
      vedendomi la fa: scusi signore
      perdoni, l'è di fiore si lo so
      lei torna a casa lieto ben lo vedo,
      ed un favore piccolo gli chiedo:

      La porti un bacione a Firenze
      che ll'è la mia cittá
      ma in cuor l'ho sempre qui
      la porti un bacione a firenze
      io vivo sol per rivederla un dì
      son figlia di emigrante
      per questo son distante
      lavoro perché un giorno a casa tornerò
      la porti un bacione a Firenze
      se la rivedo e gliene renderò

      Bella bambina -gli ho risposto allora-
      il tuo bacione a casa porterò
      e per tranquillitá fin da quest ora
      in viaggio chiuso a chiave lo terrò
      e appena giunto lá -bimba ti giuro-
      il bacio verso il cielo andrá sicuro
      io porto il tuo bacio a Firenze
      che ll'è la tua cittá e anche ll'è di me


      Io porto il tuo bacio a Firenze
      che mai giammai potrò scordarmi te
      sei figlia di emigrante per questo sei distante
      ma sta sicura un giorno a casa tornerai
      io porto il tuo bacio a Firenze
      e da Firenze tanti baci avrai

      Ll'è vera questa storia e se la un fosse
      la fo passar per vera sol perché
      so bene i lucciconi e quanta tosse
      gli ha chi distante dalla patria gli è
      cosí ogni fiorentino che è lontano
      vedendoti partir ti dirá piano

      La porti un bacione a Firenze
      gli è tanto che 'un ci vo
      ci crede, io 'un ci sto
      la porti un bacione a firenze
      non vedo l'ora quando tornerò
      la nostra cittadina
      graziosa e sí carina
      la c'ha tant'anni e pure la un'envecchia mai
      porti bacioni a firenze
      di tutti i fiorentini che 'ncontrai

      14  La lallera

      Voglio andare sull'alte montagne
      a vedere volare gli uccelli
      passerotti firinguelli
      e di tutte le qualita'
      e col tiraba….
      la vo' dare a' marinai….
      alle guardie di finanza
      la vo' dare finche' n'avanza
      la vo' dare finche' ce n'e'
      e col tiraba….
      la vo' dare a tutti quanti
      a chi tengo in simpatia
      alla fine gli'e' roba mia
      ne vo' fare quel che mi par
      e dammi la lallera,
      si fa il trallallero
      si fa il trallallero
      llero llalla
      dammi la lallera
      si fa il trallallero
      si fa il trallallero
      llero llalla'….
      non lo vedi che l'albero pende
      e le foglie le cascan giu'
      e pe contenta' le donne
      e pe' contenta' le donne
      non lo vedi che l'albero pende
      e le foglie le cascan giu'
      e pe contenta' le donne
      la ci vuole la gioventu'…
      e dammi la lallera ….
      le ragazze di settimello
      con la scusa del fidanzato
      vanno fora a quattro a quattro
      alla cerca ddi' tirabuscio'
      tirabuscio' l'abbiamo trovato
      ma ci manca la bottiglia
      stapperemo la madre e la figlia
      e la serva se la c'e'…
      e dammi la lallera ….
      le ragazze di monticelli
      c'han la gabbia
      e gli mancan l'uccelli
      mentre quelle di legnaia
      e ce n'hanno a centinaia
      e dammi la lallera…….
      le ragazze di porta romana
      piglian solo chi è pieno di grana
      mentre quelle di san frediano

      piglian quel che
      gli capita in mano
      e dammi la lallera…….
      le ragazze di borgo la croce
      l'hanno un modo di fare veloce
      mentre quelle di san giovanni
      te la fanno aspettare degli anni
      e dammi la lallera….
      parlato: c'era una volta
      la gora a firenze
      il canale dell'acque sporche
      che poi il comune chiuse
      e disse: acquedotto
      a que' tempi le distanze
      si misuravano a braccia…
      e un letto gl'era
      piuttosto grandino
      ma nonostante tutto
      si cantava:
      le ragazze di via gora
      l'hanno il letto a quattro e tre
      quando piscian le piscian di fora
      e co'i'cculo le fanno ppe' ppe'
      e dammi la lallera….
      le ragazze di via panicale
      con le ciocce le spazzan le scale
      mentre quelle di borgo de' greci
      co'i'ggrilletto raccattano ‘ceci
      e dammi la lallera ….
      le ragazze di via de' macci
      le maneggiano cert'uccellacci
      mentre quelle di via palazzolo
      tu le guardi e tu becchi lo scolo
      e dammi la lallera ….
      le ragazze della standa
      e un ti portan la mutanda
      son ragazze di bottega
      e se tu vvoi ti fanno anche….
      e dammi la


      15  Il valzer della povera 
      gente

      Fuor di città presso l'Arno una sera
      Una sera di primavera   
      Vidi sull'aia di un casolare
      Parecchie coppie a ballare
      M'avvicinai e ai' vedermi mi fanno:
      "Venite venite avanti
      Sapete qua non si sa
      Ricevere come in città"   

      Gli è il valzer della poera gente
      Gli è un semplice valzer ch'è fatto di niente
      Con du' chitarre e un organino
      Si balla insino ai' mattino
      Non è liscio il nostro impiantito
      Si rischia a balla' di restar lì stecchito
      Senti dire Bellona Biondona
      Gli è un valzer ch'è fatto alla bona     

      Eccoti che da una strada si vede
      Avanzarsi una figurina   
      Certo veniva per curiosare
      Ell'era la padroncina
      "Fermi"  si disse e la bella creatura
      rispose "Sù, continuate
      io vengo qua che ci sarà
      chi un poco danzar mi farà"   

      Gli è il valzer della poera gente
      Gli è un semplice valzer ch'è fatto di niente
      Con du' chitarre e un organino
      Si balla insino ai' mattino
      Attenti che lì c'è una buca
      Gli è qui che si attacca ogni giorno la ciuca
      E gli è un valzer a passi tra' sassi
      Gli è qui che si cerca spassassi 



      Quando al mattin splende il sole dorato
      Si vede che la massaia     
      La stende i panni, finì il bucato
      Di certo è molto più gaia
      O bona donna, ohi che gli è quella striscia
      Distesa là sotto ai' sole
      Quella ti fa "Non vada in là"
      E allora una vecchia dirà

      Gli è il valzer della poera gente
      Anch'io lo ballai ma non l'ho più alla mente
      Io lo ballavo da giovinetta
      Quand'ero un poco civetta
      Adesso lo ballan quell'altre
      Le ci cascan tutte, anche quelle più scaltre
      E gli è un valzer saltato e strisciato
      Ci voglian le fasce e il curato!

      È gli è un valzer saltato e strisciato
      Ci voglian le fasce e il curato!   







      16  Il baco Gigi

      Conobbi un giorno un baco parigino,
      che stava sulla frutta di un giardino
      cambiava molto spesso abitazione
      un di sui fico, un altro sui popone
      ma gigi aveva voglia delle mele, di quelle belle dolci come il miele,
      e allora si decise li per li, lasciò parigi e venne in italiiiiii!!!

      GIGI BACO GIGI
      son finiti finalmente i giorni grigi
      Gigi Baco gigi
      si sta meglio nelle mele che a parigiiii
      e lo san tutti che in italia
      e ci son mele tregiolì
      che non stanno in una mano e che son grosse cosììì
      Gigi baco Gigi dammi retta non tornare più a parigiii
      se vuoi stare nelle mele resta quiii
      le più belle sono tutte in italyyy

      Passò del tempo e il baco parigino divenne qui in italia un libertino
      ed alle autorità fece un istanzaaa
      in doppia copia
      x la cittadinaaanza
      la ottenne e fece allora gran baldoria
      in una bella villa alla meloriaaaaaaaa
      ed alla moglie scrisse mascierieee
      un t'arrabbiare io e mi trattengo quieee

      GIGI BACO GIGI......


      17  Tanto pe’canta’

      E' una canzone senza titolo
      tanto 'pe cantà, 'pe fà qualche cosa
      nun è "gnente de straordinario
      è roba del paese nostro
      che se po' cantà pure senza voce
      basta 'a salute
      quanno c'è 'a salute c'è tutto
      basta 'a salute e un par de scarpe nove
      poi girà tutto 'er monno
      e m'accompagno da me!

      'Pe fà la vita meno amara
      me sò comprato 'sta chitara
      e quanno er sole scenne e more
      me sento 'n'core cantatore
      la voce è poca ma intonata
      nun serve a fà 'na serenata
      ma solamente 'a fà in maniera
      de farme 'nsogno a primma sera.

      Tanto 'pe cantà
      pecchè me sento 'n' friccico ner core
      tanto 'pe sognà
      perché ner petto me ce naschi un' fiore
      fiore de lillà
      che m'ariporti verso er primo amore
      che sospirava alle canzone mie
      e m'arintontoniva de buscie.

      Canzoni belle e appassionate
      che Roma mia m'aricordate
      cantate solo 'pe dispetto
      ma 'cò 'na smania dentro ar petto
      io nun ve canto a voce piena
      ma tutta l'anima è serena
      e quanno er cielo se scolora
      de me nessuna se 'nn'amora.

      Tanto 'pe cantà
      pecchè me sento 'n' friccico ner core
      tanto 'pe sognà
      perché ner petto me ce naschi un' fiore
      fiore de lillà
      che m'ariporti verso er primo amore
      che sospirava alle canzoni mie
      e m'arintontoniva de bucie.

      Tanto 'pe cantà
      pecchè me sento 'n' friccico ner core
      tanto 'pe sognà
      perché ner petto me ce naschi 'n' fiore
      fiore de lillà
      che m'ariporti verso er primo amore
      che sospirava alle canzoni mie
      e m'arintontoniva de bucie.











      18  La pansé


      Ogni giorno cambi un fiore
      e lo appunti in petto a te...
      Stamattina, sul tuo cuore,
      ci hai mettuto una pansé...
      E perché ce l’hai mettuta?
      se nun sbaglio l’ho capito...
      Mi vuoi dire, o bella fata,
      che tu pensi sempre a me...
      Ah! Che bella pansé che tieni,

      che bella pansé che hai...
      me la dai?
      me la dai?

      me la dai la tua pansé?
      Io ne tengo un’altra in petto
      e le unisco tutt’e due:

      Pansé mia e pansé tua...
      in ricordo del nostro amor!
      Questo sciore avvellotato,
      tanto caro io lo terrò...
      Quando si sará ammosciato,
      io me lo conserverò...
      Ci ha tre petali, tesoro,
      e ogneduno ci ha un pensiero...
      sono petali a colori:
      uno giallo e due marrò...

      Ah!...
      Che bella pansé che tieni,
      che bella pansé che hai...
      me la dai?

      me la dai?
      me la dai la tua pansé?
      Tu sei come una fraffalla
      che svolacchia intorno a me...
      Poi ti appuoi sulla mia spalla
      con il pietto e la pansé...
      Io divento un mammalucco,
      poi ti vaso sulla bocca
      e mi sembra un tricchi-tracco
      questo vaso che do a te!
      Ah!...
      Che bella pansé che tieni,
      che bella pansé che hai...
      me la dai?
      me la dai?
      me la dai la tua pansé?
      Io ne tengo un’altra in petto
      e le unisco tutt’e due:

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