Emergenza sanitaria in Zimbabwe: pioverà sul bagnato ?


Emergenza sanitaria in Zimbabwe: pioverà sul bagnato ?

Pioverà sul bagnato ? in Zimbabwe la situazione sociale, economica e sanitaria è da anni vicina al collasso. Povertà estrema, fame e malattie. Nei villaggi manca tutto: cibi, medicine, materie prime per la vita quotidiana. Ma adesso le prospettive sono ancora più tragiche. Sta arrivando il Covid-19.

Al momento i casi sono ancora pochi, ma si teme il peggio. Il Governo, da tre settimane, ha giustamente preso i provvedimenti di lock-down e di chiusura degli ingressi. Ma il sistema sanitario è assolutamente inappropriato a rispondere all’epidemia. Mancano i dispositivi di protezione, mancano le attrezzature sanitarie per curare le insufficienze respiratorie, mancano i farmaci, inesistenti i kit diagnostici.

Gli ospedali missionari della Diocesi di Chinoyi (St. Albert's, MaryMount, St. Rupert’s e Chitsungo) stanno cercando di prepararsi all’emergenza, ma operano letteralmente a mani nude. Gli ambulatori sono stati riadattati per ospitare pazienti con Covid-19. Ma i materiali e le attrezzature ricevute dalle autorità centrali sono risibili: qualche camice, 5 mascherine chirurgiche, un po’ di occhiali e qualche decina di guanti in lattice.

In attesa dei pazienti Covid, la situazione e’ già critica per le altre patologie. Nelle valli del distretto di Muzarabani stà imperversando una epidemia di malaria. Forme gravi, spesso letali. Tutti i mezzi di trasporto sono sospesi e quindi i malati di malaria devono camminare per giorni e per decine di chilometri, prima di giungere agli ospedali. Arrivano disidratati, semi moribondi e possono ricevere ben poche cure. Molti non ce la fanno.
Altra emergenza e’ quella delle maternità. Al St. Albert’s nascono oltre 2500 bambini l’anno, ed esiste una struttura per accogliere fino a 200 madri in attesa. Ma l’ospedale non è più in grado di affrontare parti difficili in emergenza. Mancano le medicine, manca spesso l’elettricità, manca il carburante per le ambulanze. Una tragedia.

Malgrado la terribile situazione in cui vivono, i nostri amici in Zimbabwe ci inviano messaggi di vicinanza e solidarietà per la nostra battaglia contro il coronavirus. Pensate: loro che da anni vivono in una emergenza totale, sanitaria ed economica, simil-Coronavirus si preoccupano per noi che la viviamo da neanche due mesi.

Il virus, una volta tanto, ha iniziato dai più ricchi, ma potrà poi colpire tutti. Il virus e’ una livella che ci mette tutti sulla stessa barca. Ma le capacità per rispondere e reagire a questo affronto sono infinitamente minori nei Paesi africani. In zone e territori come lo Zimbabwe, se non gli diamo urgentemente una mano, potra’ essere un’ecatombe.

“Non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”

Papa Francesco

Commenti

  1. Non è umano tutto questo,Che tristezza.
    Speriamo di riuscire a poterli aiutare in qualche modo. Anche se sarà difficile farle arrivare i medicinali. Speriamo in qualche miracolo.
    È diciamoli che gli siamo vicini

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