Firenze-Aleppooooooolè - DAY 3


Non ho parole.

Per esprimere l’orgoglio, la gioia, la fierezza per quanto abbiamo fatto. 

Per descrivere l’orrore della devastazione che vive questa martoriata città.
Per esternare l’ammirazione, l’affetto, la considerazione che provo per questi francescani.
Per raccontare lo smarrimento, ma anche la riconoscenza e la voglia di vivere che ho letto negli occhi dei bimbi e delle donne di Aleppo.


L’abbiamo allestito il nostro ambulatorio. Frutto dell’amore e della fiducia di tutti i nostri amici: manzonauti, manzofriends, followers di Francesco e tanti altri donatori.
L’abbiamo realizzato nella zona piu’ povera del quartiere più sfigurato della città. Ad Aleppo est, là dove si erano annidati i jihaddisti facendosi scudo della popolazione inerme. Laggiù dove vedi solo donne, bambini e anziani. Gli uomini e i giovani sono scomparsi. Uccisi, scappati, avviliti.
L’abbiamo allestito in poco più di un’ora. Una squadra di dieci: due francescani, sei loro giovani assistenti, un fotografo, la dottoressa mussulmana che guiderà l’ambulatorio, io e OldBeef. Una stanza piccola, ma decorosa. Un armadio stracolmo di bende, cerotti, garze, pinze, bisturi, forbici etc.. Una scrivania ed un tavolino con l’ECG, lo sterilizzatore, il kit washing eye e quello per il trattamento delle ustioni. Il tavolino e la lampada a LED da visita.
L’abbiamo inaugurato. Taglio del nastro rosso. Le mani mia, di Giuliano e di Abuna che stringono le forbici. Sulle scale decine di mamme coi loro bambini. Che battono le mani, ci applaudono, ci lodano e non finiscono più di ringraziarci.

Chi mai potrà dimenticarlo ?  Chi mai potra’ scordare in futuro di aiutare ancora questi meravigliosi bimbi di Aleppo ? Chi mai potra’ voltare il capo da un’altra parte di fronte a tanta violenza e ingiustizia ?


P.S.: domani publicherò le foto dell'inaugurazione. Sono indescrivibili

Commenti

  1. Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati. Pensando a questo popolo così martoriato è bello nel nostro piccolo aiutare aiutare. Viene i brividi ma anche la voglia di dare un po di gioia a queste persone. Un grazie di cuore a tutti

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  2. Caro presidente, già dai primi tre righi che scrivi, ti prende alla gola "un ingrossamento di tonsille" che non ti fa respirare. La commozione, almeno a me, fa uno struggente effetto.
    Capisci che palpando il bisogno, il disagio, le privazioni, la paura, e non la rassegnazione che puoi leggere negli occhi di quelle persone, ti senti di essere stato davvero utile, partecipe e coadiuvante a risolvere una necessità. Questo è un viaggio che dovrebbero fare in tantissimi, in particolare coloro che continuano a discutere leggendo di sfuggita gli articoli dei quotidiani. Un viaggio che dovrebbero fare coloro che continuano a dire che dobbiamo aiutarli a casa loro. Una constatazione sul posto che dovrebbe fare chiunque abbia ancora dei dubbi che nel mondo si perpetuino ingiustizie e guerre fatte da "bastardi" nell'animo.
    Grazie Stefano e grazie Giuliano, il vostro racconto mi piacerebbe fosse il tema di una serata per la raccolta fondi.
    7b

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  3. Giuliano e Stefano, babbo e figlio sono due persone che non hanno paura di niente, oppure non lo danno a vedere, vogliono aiutare la gente e in particolare i bambini che non hanno niente.
    Sono grandi e li ammiro molto, è per questo che vengono accolti con tanta festosita.
    Vorrei saper dire ancora di più invece vi saluto con affetto.
    7b.na

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