Il Teatro Povero di Montichiello

Il Teatro Povero di Montichiello

Era il 1967. Si stava ormai finendo di sgretolare un mondo secolare contadino con i suoi ideali, concetti, modi di pensare. La mezzadria era scomparsa. Le campagne si svuotavano a vantaggio di inurbamento e industrializzazione. Anche nella Val d’Orcia, gemma unica di bellezza rurale, ma che in quei tempi non interessava ne’ attraeva nessuno. Per il mondo contadino la nuova era voleva dire emigrazione, depressione, abbandono dei campi e della propria identitá.

A Montichiello, borgo medioevale intatto a pochi chilometri da Pienza, le poche centinaia di contadini rimasti si riunirono quell’anno in assemblea a discutere come affrontare la situazione. Non decisero di emigrare. Non decisero di andare a lavorare tutti nelle industrie. Non decisero di gettare alle ortiche le loro radici e la loro storia. Decisero di fare il LORO spettacolo di teatro povero e popolare con loro come drammaturghi, loro come attori, loro come scenografi. Un teatro che doveva raccontare il loro mondo, le loro tradizioni, le loro speranze ed anche il loro futuro. Un teatro che doveva avere come palcoscenico le vie e le case del loro borgo. E come contenuti le loro vite e storie.

Vi rendete conto della potenza rivoluzionaria di tale scelta ? questa gente umile e schietta rispondeva alle sfide dei nuovi tempi non scappando, indietreggiando, maledicendo le sue origini ma invece proprio investendo e difendendosi con la loro cultura.

Sono ormai cinquantadue anni che a Montichiello si ripete questo miracolo. Ogni anno, alcuno escluso, la popolazione si è riunita in assemblea definendo i contenuti, il testo e le forme dello spettacolo. Ogni anno uno spettacolo diverso. Cinquantadue “autodrammi”. I cittadini hanno ideato le scene ed i costumi. E a fine luglio e inizio agosto hanno rappresentato il loro teatro povero nella piazza principale del paese. In tali giornate i contadini, i commercianti, gli abitanti di Montichiello si trasformano in attori. Coinvolgendo tutte le generazioni: i nonni come i nipoti.

Non sono attori professionisti, ma hanno una forza recitativa straordinaria data dal fatto di rappresentare se stessi e dalla convinzione in quello che fanno. Sanno che quel teatro è lo scudo  del loro mondo ed il loro viatico per il futuro.

È un teatro povero di mezzi, ma ricchissimo di spirito. Sembra di tornare al teatro della polis greca che era appunto condivisione, trasmissione di tradizioni e vera cultura popolare. Che nasceva dal passato per spiegare il presente e disegnare il futuro.

Il teatro Povero di Montichiello è un’altra commovente eccellenza toscana di cui non possiamo che essere orgogliosi.



Commenti

  1. Storie di un'Italia che molti, forse troppi non costino, io tra questi. Bello!

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