Yellow ribbon
Di ritorno da CapoNord, onusti di gioie e onori, ci fermiamo ad Alta, piccola cittadina tra le piú settentrionali d’Europa e capoluogo della regione col fior fiore dei fiordi.
Fermiamo l’auto in un magnifico parcheggio coperto, giusto accanto al nostro hotel. Fuori del parcheggio troneggia una grande P con sotto alcune piccole scritte in norvegese.
Prendiamo possesso della nostra camera, ceniamo pesce norvegese in abbondanza e poi dormiamo il sonno dei giusti. La mattina saldiamo il conto e torniamo all’auto. Ahi! un lungo nastro giallo occhieggia da sotto il tergicristallo. È integralmente scritto in norvegese, pero’ si capisce che c’è una multa da pagare da 600 corone. Accidenti a loro ! il parcheggio era a pagamento, ma c’era scritto solo in norvegese. Con pazienza andiamo alla reception dell’albergo per chiedere come fare per pagare la multa. La signorina rigira a lungo il nastro giallo tra le dita, poi dice algida ”È da pagare via internet alla vostra banca norvegese””Ma noi siamo turisti e non abbiamo un conto in banca a Oslo !” “Allora pagatelo tramite bonifico con la vostra banca italiana” “ Ma chi ce li ha i codici di autorizzazione !”. La ragazza ci pensa un po’ e poi “Provate ad andare al Comune. E’ dall’altra parte della città”. Prendiamo l’auto, sbagliamo strada tre volte, troviamo il comune. Alla reception una funzionaria anziana. Rigira a lungo il nastro giallo tra le dita e poi algidissima “ Noi non c’entriamo niente. Qui non si pagano le multe” “E allora ?” In silenzio fa una telefonata, in norvegese strettissimo, e al termine “ Dovete andare a pagarla alla banca, agenzia 1. In centro, dall’altra parte”. Riprendiamo l’auto, risbagliamo strada tre volte, poi troviamo la banca. Un unico ufficio, per fortuna in coda c’e’ solo una persona davanti a noi. E’ cinese, non spiccica una parola e ci mette 25 minuti a sbrigare la sua pratica. Tocca a noi. Mostro il nastro giallo. L’impiegata, giovane e bellissima, senza neanche rigirarselo tra le dita, risponde algidissimamente “Noi non c’entriamo niente. Qui non si pagano multe, ne’ si fanno bonifici per stranieri. Forse la potete pagare all’ufficio postale. E’ dall’altro lato del centro della citta’”. Questa volta andiamo a piedi. Nella piazza principale (accanto al nostro hotel!) c’e’ un palazzo a vetri con la scritta ‘Alta Posten’. Sarà lì dove dobbiamo andare. Entro dentro come una furia e mostro alla signorina all’ingresso il nastro giallo. La signorina, un po’ meno algida delle altre, dice “Queste non sono le poste, ma la sede del giornale locale l’Alta Posten, appunto. Le poste le trova all’interno del centro commerciale qui accanto. Se vuole la faccio comunque parlare con un giornalista’ “Per ora no, grazie. Prima devo pagare sto’ cazzo di multa”.
Entriamo nel centro commerciale, ci perdiamo tre volte, poi ecco finalmente l’ufficio postale. Una sola impiegata. Le dò il nastro giallo. Lo rigira a lungo tra le dita, lo soppesa ben bene e quindi “ Sì è qui dove lo potete pagare. Dobbiamo prima riempire un modulo. Ah, una piccola nota: per questo servizio sono altre 100 corone” Tira fuori un modulo a sei facce ed inizia a riempirlo, con molta calma, in norvegese. Poi mi chiede di riempire cinque riquadri con tutti i miei dati anagrafici. Ce l’abbiamo fatta. Penso. No. Tira fuori la macchinetta per pagare con carta di credito. Proviamo l’American Express. Niente. Proviamo la Mastercard. Niente. Riproviamo l’American Express. Niente. L’impiegata annuncia “Dovete tornare alla banca e fare un prelievo”. ‘No, brutta figlia di un baccalà. Ti paghiamo cash con le ultime fottutissime banconote che ci sono rimaste” Detto fatto gli mettiamo sul bancone sette banconote da 100 corone. Ci rimangono solo monete spicciole, per un totale di 6 euro.
Decido che la vicenda non può concludersi cosí. Torniamo alla sede del giornale Alta Posten. Chiediamo di un giornalista. Al piano superiore ci accoglie Rodolfo (o qualcosa di simile), finalmente sorridente. Interessatissimo alla nostra vicenda ci fa una bellissima e dettagliata intervista, si fa quattro grasse risate che la burocrazia norvegese è peggiore di quella italiana, promette che ci scriverà un articolo sul giornale, ci porge le scuse a nome del sindaco di Alta e del re Harald ed infine ci chiede di farci una foto (‘sapete per l’articolo.…’). Torniamo al parcheggio e ci immortala accanto alla nostra auto e con in mano il fiammante nastro giallo. Pagato.
Di ritorno da CapoNord, onusti di gioie e onori, ci fermiamo ad Alta, piccola cittadina tra le piú settentrionali d’Europa e capoluogo della regione col fior fiore dei fiordi.
Fermiamo l’auto in un magnifico parcheggio coperto, giusto accanto al nostro hotel. Fuori del parcheggio troneggia una grande P con sotto alcune piccole scritte in norvegese.
Prendiamo possesso della nostra camera, ceniamo pesce norvegese in abbondanza e poi dormiamo il sonno dei giusti. La mattina saldiamo il conto e torniamo all’auto. Ahi! un lungo nastro giallo occhieggia da sotto il tergicristallo. È integralmente scritto in norvegese, pero’ si capisce che c’è una multa da pagare da 600 corone. Accidenti a loro ! il parcheggio era a pagamento, ma c’era scritto solo in norvegese. Con pazienza andiamo alla reception dell’albergo per chiedere come fare per pagare la multa. La signorina rigira a lungo il nastro giallo tra le dita, poi dice algida ”È da pagare via internet alla vostra banca norvegese””Ma noi siamo turisti e non abbiamo un conto in banca a Oslo !” “Allora pagatelo tramite bonifico con la vostra banca italiana” “ Ma chi ce li ha i codici di autorizzazione !”. La ragazza ci pensa un po’ e poi “Provate ad andare al Comune. E’ dall’altra parte della città”. Prendiamo l’auto, sbagliamo strada tre volte, troviamo il comune. Alla reception una funzionaria anziana. Rigira a lungo il nastro giallo tra le dita e poi algidissima “ Noi non c’entriamo niente. Qui non si pagano le multe” “E allora ?” In silenzio fa una telefonata, in norvegese strettissimo, e al termine “ Dovete andare a pagarla alla banca, agenzia 1. In centro, dall’altra parte”. Riprendiamo l’auto, risbagliamo strada tre volte, poi troviamo la banca. Un unico ufficio, per fortuna in coda c’e’ solo una persona davanti a noi. E’ cinese, non spiccica una parola e ci mette 25 minuti a sbrigare la sua pratica. Tocca a noi. Mostro il nastro giallo. L’impiegata, giovane e bellissima, senza neanche rigirarselo tra le dita, risponde algidissimamente “Noi non c’entriamo niente. Qui non si pagano multe, ne’ si fanno bonifici per stranieri. Forse la potete pagare all’ufficio postale. E’ dall’altro lato del centro della citta’”. Questa volta andiamo a piedi. Nella piazza principale (accanto al nostro hotel!) c’e’ un palazzo a vetri con la scritta ‘Alta Posten’. Sarà lì dove dobbiamo andare. Entro dentro come una furia e mostro alla signorina all’ingresso il nastro giallo. La signorina, un po’ meno algida delle altre, dice “Queste non sono le poste, ma la sede del giornale locale l’Alta Posten, appunto. Le poste le trova all’interno del centro commerciale qui accanto. Se vuole la faccio comunque parlare con un giornalista’ “Per ora no, grazie. Prima devo pagare sto’ cazzo di multa”.
Entriamo nel centro commerciale, ci perdiamo tre volte, poi ecco finalmente l’ufficio postale. Una sola impiegata. Le dò il nastro giallo. Lo rigira a lungo tra le dita, lo soppesa ben bene e quindi “ Sì è qui dove lo potete pagare. Dobbiamo prima riempire un modulo. Ah, una piccola nota: per questo servizio sono altre 100 corone” Tira fuori un modulo a sei facce ed inizia a riempirlo, con molta calma, in norvegese. Poi mi chiede di riempire cinque riquadri con tutti i miei dati anagrafici. Ce l’abbiamo fatta. Penso. No. Tira fuori la macchinetta per pagare con carta di credito. Proviamo l’American Express. Niente. Proviamo la Mastercard. Niente. Riproviamo l’American Express. Niente. L’impiegata annuncia “Dovete tornare alla banca e fare un prelievo”. ‘No, brutta figlia di un baccalà. Ti paghiamo cash con le ultime fottutissime banconote che ci sono rimaste” Detto fatto gli mettiamo sul bancone sette banconote da 100 corone. Ci rimangono solo monete spicciole, per un totale di 6 euro.
Decido che la vicenda non può concludersi cosí. Torniamo alla sede del giornale Alta Posten. Chiediamo di un giornalista. Al piano superiore ci accoglie Rodolfo (o qualcosa di simile), finalmente sorridente. Interessatissimo alla nostra vicenda ci fa una bellissima e dettagliata intervista, si fa quattro grasse risate che la burocrazia norvegese è peggiore di quella italiana, promette che ci scriverà un articolo sul giornale, ci porge le scuse a nome del sindaco di Alta e del re Harald ed infine ci chiede di farci una foto (‘sapete per l’articolo.…’). Torniamo al parcheggio e ci immortala accanto alla nostra auto e con in mano il fiammante nastro giallo. Pagato.
Che sollievo!!! Ho sempre pensato che"mal comune mezzo gaudio" fosse una sonora strullata ma...dopo una giornata di adempimenti x ANAC,trasparenza, accesso civico e compagnia cantando...pensare che anche i biondi e aitanti vichinghi sono impantanati come noi e anche molto meno allegri...mi fa proprio piacere!!!Ancora complimenti a chi al polo ha piantato la nostra 🚩
RispondiEliminaAncora l'articolo in questione non è stato pubblicato (ho controllato or ora) ma il fattaccio dovrebbe essere divulgato in tutta Europa, non solo in Norvegia, per dimostrare che molto spesso i luoghi comuni (paesi nordici di irreprensibile precisione ed efficiente amministrazione con burocrazia inesistente) vengono sfatati dalla realtà delle cose!
RispondiEliminaCerto però che potevate fare un po di più gli italiani, strasupercatafottendovene del pagamento ! Secondo me i burocrati norvegesi li avete messi in difficoltà proprio perché il caso di un italiano che paga di sua volontà qualcosa non è contemplato nelle loro casistiche!
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